Ventuno amministrazioni comunali hanno firmato il protocollo con Anci Toscana e Regione Toscana per diffondere buone pratiche su innovazione, sostenibilità e partecipazione. Lo scopo è quello di diffondere nuovi modelli capaci di coniugare innovazione civica e sostenibilità, economia e welfare alternativi, partecipazione attiva dei cittadini. A sottoscrivere il protocollo, oltre all’assessore regionale Bugli ed il sindaco di Campi Bisenzio (in qualità di responsabile Anci Toscana su Partecipazione e Beni comuni) Fossi, le prime 21 amministrazioni comunali che già utilizzano questi modelli: Arcidosso, Campi Bisenzio, Capannoli, Capannori, Capraia Isola, Carmignano, Castell’Azzara, Castiglione d’Orcia, Cinigiano, Cortona, Fabbriche di Vergemoli, Fiesole, Lucca, Mulazzo, Pescia, Poggio a Caiano, Pontassieve, Rosignano Marrittimo, Scarperia e San Piero, Sorano, Trequanda e Volterra. Territori diversi, ma accomunati dalla stessa sensibilità.
“Abbiamo firmato il protocollo che fa nascere la ‘Rete dei comuni dell’economia civile e della innovazione civica’ – afferma il sindaco Emiliano Fossi – a cui aderiscono Regione, Anci e i vari comuni. Tutti i processi relativi all’innovazione così ricchi nei nostri territori trovano da oggi la cornice che li mette a sistema e li valorizza”.
Un patrimonio di buone pratiche a lungo confinato nei territori, inizia adesso ad uscire allo scoperto grazie alla rete che si sta creando fra le diverse realtà, contaminando gradualmente i territori che finora non hanno sperimentato le stesse pratiche positive. La rete, promossa in maniera decisa dalla Regione, agevolerà lo scambio di esperienze e faciliterà lo studio dei vari modelli esistenti. Un esempio sono le cooperative di comunità: la Regione lo scorso dicembre ha stanziato 1.200.000€ per 25 progetti volti a contrastare lo spopolamento di borghi ed aree marginali, riattivando forme di economia locali che rivitalizzino i territori e offrano al contempo servizi ai cittadini più deboli ed anziani.
Esempi di buone pratiche condivisibili sono quella di San Casciano in Val di Pesa: l’economia collaborativa ha contribuito a risolvere il problema degli scarsi collegamenti fra le piccole frazioni, abitate per lo più da popolazione anziana e distribuite su un territorio ampio oltre 100kmq, grazie a un sistema di trasporti su prenotazione offerti dalle associazioni di volontariato. A Rispescia, uno spazio urbano è stato rivitalizzato coinvolgendo disabili, migranti, disoccupati e musicisti in cerca di un luogo in cui esibirsi, che in cambio danno lezioni di musica a chi non potrebbe permettersele, mentre alcuni anziani insegnano ai più giovani l’arte della terra. Montespertoli ha visto la nascita di una filiera sulla riscoperta dei grani antichi. A Campi Bisenzio, infine, ha trovato casa l’emporio solidale ‘Fai da noi’, nato da una collaborazione tra il comune, una multinazionale e un’associazione: chi ha bisogno di un utensile può prenderlo in prestito offrendo in cambio qualche ora di volontariato civico e impegno sociale.